Signora Piccolo, lei parteciperà all’edizione 2009 del Festival Virginia Reiter – il lavoro dell’attrice in doppia veste: come relatrice della lectio magistralis di sabato 26 settembre in Piazza Grande, e come interprete del video “Anna Politkovskaya, Il sangue e la neve” che verrà trasmesso in anteprima domenica 27 al Teatro Fondazione Collegio San Carlo. Come sarà strutturato il suo intervento di sabato?
«Pensare in termini di “lectio magistralis” mi spaventa: non credo di poter insegnare qualcosa ad alcuno. Preferisco la definizione di “incontro con il pubblico”. Racconterò in cosa consiste “Il sangue e la neve”, spiegherò come è nato il progetto e leggerò alcuni brani dal memorandum teatrale di Stefano Massini “Donna non rieducabile”, di cui “Il sangue e la neve” per la regia di Felice Cappa è un’insolita versione televisiva; non si tratta infatti di una “semplice” ripresa da un’opera teatrale, ma “Donna non rieducabile” è diventato un vero “film” per la televisione, tanto da aver cambiato titolo. Nel 2007 Stefano Massini compose questo omaggio alla giornalista russa Anna Politkovskaja per ricordarla ad un anno dalla sua morte. Non è un monologo tradizionale, io non impersono Anna né la interpreto, ma è uno spettacolo di grande forza: racconto il mestiere del
giornalista in una situazione estrema. Si tratta di quadri, istantanee del lavoro della Politkovskaja,
della sua vita di donna, moglie e madre».
Tutto questo filtrerà dal suo incontro di sabato.
«Certamente, ma racconterò anche le differenze fra teatro e televisione: spesso agli attori viene imputato il fatto di non conoscere i meccanismi del cinema e del mezzo televisivo, quindi racconterò la trasformazione di una opera teatrale (sebbene “Donna non rieducabile” non sia uno spettacolo “canonico”) in un prodotto per la televisione spiegandone le differenze, e renderò noto in cosa consiste allestire una messa in scena per un altro medium che non sia la ribalta teatrale, bensì la macchina da presa».
Lei ha già partecipato al Festival Virginia Reiter ben due volte, in qualità di giurata, nella prima e terza edizione: cosa pensa di questo evento?
«Si tratta di una manifestazione non solo bella ed interessante, ma anche importante, soprattutto in un momento storico in cui vengono premiate signorine che non hanno realizzato nulla di rilevante, se non accompagnarsi a uomini potenti. Il Festival Virginia Reiter fornisce finalmente l’opportunità di parlare di giovani donne che affrontano un mestiere difficile, quello dell’attrice. Non amo far distinzioni tra cinema e teatro: si tratta di due facce della stessa medaglia. E’ importantissimo dare rilievo ad un evento del genere: le brave protagoniste esistono, e meritano il giusto spazio e visibilità».
Intervista di Veronica Negrelli
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