martedì 29 settembre 2009

“PREMIO REITER”, VINCE ANNA DELLA ROSA

Nel ricordo della grande Virginia Reiter, tra il mattatore Paolo Poli e il toccante saluto di Giulia Lazzarini, è Anna Della Rosa la vincitrice della settima edizione del Premio

Con un’ottima affluenza di pubblico, che ha raggiunto una vetta considerevole nella giornata di domenica grazie ad un’intesa e catalizzante lezione magistrale di Lucia Poli, il Festival Virginia Reiter ha ringraziato i tanti sostenitori e appassionati con una entusiasmante serata finale che si è svolta lunedì sera al teatro Storchi di Modena. Alla presenza delle autorità tre giovani attrici sotto i 35 anni sono state le indiscusse protagoniste dell’evento, convogliato nell’assegnazione del “Premio Virginia Reiter” giunto quest’anno alla settima edizione. La giuria di qualità (composta dai giornalisti e critici teatrali Gianfranco Capitta, Rodolfo Di Giammarco, Alida Fanelli, Maria Grazia Gregari e presieduta da Paolo Poli) ha assegnato il prestigioso riconoscimento ad Anna Della Rosa, diplomata alla scuola di Alta Formazione di Emilia Romagna Teatro, per l’interpretazione di Giacinta nella goldoniana “Trilogia della villeggiatura” diretta da Toni Servillo. Clio Cipolletta e Chiara Baffi le altre finaliste.

Il premio, offerto dalla Banca Popolare dell'Emilia-Romagna, è stato assegnato in una deliziosa serata di spettacolo presentata da una pungente Lidia Ravera, e animata da un grande ed indiscusso mattatore: Paolo Poli. Alle musiciste palermitane Al Madina (Costanza Licata e Rosemary Enea), il compito di raccordare i momenti salienti della serata dando così sfoggio di grande bravura e intensità. Le tre candidate, prima del verdetto finale, si sono esibite in brevi esecuzioni che hanno suggellato il loro valore: Chiara Baffi ha recitato la poesia “Itaca” di Kavafis, Clio Cipolletta ha declamato un estratto dal “Gabbiano” di Cechov nella nuova versione di Ronconi, e Anna Della Rosa si è cimentata in un monologo dalla “Trilogia”. Molto intenso il momento dedicato alla consegna del premio alla carriera a Giulia Lazzarini, intervenuta in collegamento telefonico, e introdotto da un filmato dalle teche Rai che nel 1977 la vide magnifica protagonista della “Tempesta” di Shakespeare, nel ruolo di Ariel, per la regia (innovativa e geniale) di Strehler; accanto a lei, Tino Carraro.

Ecco il verbale della giuria:

«Malgrado la difficile condizione del teatro e della cultura oggi in Italia, la giuria del Premio Virginia Reiter rileva la qualità e la preparazione delle finaliste, ma anche di molte altre giovani interpreti che con serietà, determinazione e rigore, si sono affacciate di recente sui palcoscenici italiani, cosa che rende fiduciosi nel futuro della nostra scena.

Le tre finaliste rappresentano tre diversi modi di fare e vivere il teatro: chi affacciandosi ora alla professione si è affidata con grande freschezza a un maestro: chi applica alla contemporaneità un repertorio di tradizione; e chi riesce a dare impronta personale e inquietante ai classici.

Riconoscendo il valore delle tre finaliste, pur nella diversità delle esperienze formative e personali, la giuria assegna il premio Virginia Reiter 2009 a ANNA DELLA ROSA per l’interpretazione di Giacinta nella Trilogia della villeggiatura di Goldoni per la regia di Toni Servillo prodotta da Teatri Uniti e Piccolo di Milano.

Con questo premio, un assegno della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, la giuria intende sottolineare non solo il rigore, ma l’originalità, lo spessore e lo scatto di una interpretazione, che nasce sicuramente dall’incontro con un regista come Servillo, ma innanzitutto dalla ricchezza creativa di una presenza scenica peculiare, che è il segno di una forte personalità d’attrice».

Anche quest'anno, la serata del Premio Virginia Reiter è giunta a conclusione di una tre giorni di rassegne video e lectiones magistralis dedicate alla donna nel teatro e al mestiere di attrice. L'idea di accompagnare l'ormai tradizionale Premio Virginia Reiter con un vero e proprio festival viene da un maestro dello spettacolo come Giuseppe Bertolucci, che ricorda: «Nel 2005 fui invitato a far parte della giuria: si trattava della quinta edizione. Anna Grazia Reiter mi chiese di pensare a possibili sviluppi di quello che allora era una cerimonia di consegna. Dato il tema del premio, pensai che sarebbe stato interessante allargare l’evento ad un dialogo con e sulle giovani attrici. Attraverso la testimonianza televisiva di «Palcoscenico», grazie alle lectiones magistralis di importanti signore dello spettacolo, abbiamo instaurato un colloquio con la figura dell’attrice: Determinante è stata – ed è tuttora – la partecipazione di Lidia Ravera».

Con la direzione artistica di Lidia Ravera e la consulenza di Fabrizio Grosoli, il Festival Virginia Reiter – Il lavoro dell'attrice è promosso dall’associazione culturale Virginia Reiter insieme a Comune e Provincia di Modena, Regione Emilia-Romagna, Emilia Romagna Teatro, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Collaborano anche Amici dei Teatri, Cineteca di Bologna, Centro documentazione donna di Modena, Istituto storico di Modena, Rai Palcoscenico e TTV di Riccione.

domenica 27 settembre 2009

PREMIO REITER, LUNEDÌ LA CONSEGNA CON PAOLO POLI E LIDIA RAVERA

 Chiara Baffi, Clio Cipolletta e Anna Della Rosa sono le tre giovani attrici che lunedì 28 settembre sul palcoscenico del Teatro Storchi di Modena ricorderanno la grande Virginia Reiter e si contenderanno il premio a lei dedicato.



Tre giovani attrici sotto i 35 anni e una leggendaria interprete modenese della fine del XIX secolo, Virginia Reiter, sono le protagoniste della serata di lunedì 28 settembre alle 21 al Teatro Storchi, quando una giuria di qualità assegnerà il “Premio Virginia Reiter”, giunto alla settima edizione. 

In lizza per il prestigioso riconoscimento ci sono Chiara Baffi, napoletana, diretta da Toni Servillo nella goldoniana “Trilogia della villeggiatura”, Clio Cipolletta, interprete di “Un altro gabbiano”, che Luca Ronconi ha tratto da Checov, e Anna Della Rosa, diplomata alla scuola di Alta Formazione di Emilia Romagna Teatro, interprete della “Trilogia della villeggiatura” nel ruolo di Giacinta e vincitrice nel 2008 del premio Eti- Gli olimpici. 

Il premio, offerto dalla Banca Popolare dell'Emilia-Romagna, verrà consegnato in una serata di spettacolo presentata dalla scrittrice Lidia Ravera, dove le tre giovani promesse si divideranno il palco con il grande Paolo Poli e le musiciste palermitane Al Madina. Anche quest'anno, la serata del Premio Virginia Reiter giunge a conclusione di una tre giorni di rassegne video e lectiones magistralis dedicate alla donna nel teatro e al mestiere di attrice. La giuria che sceglierà il nome della vincitrice è presieduta da Paolo Poli e composta dai giornalisti e critici teatrali Gianfranco Capitta, Rodolfo Di Giammarco, Alida Fanolli, Maria Grazia Gregori. Hanno tutte proseguito la carriera con successo le sei vincitrici delle passate edizioni: Laura Pasetti, Manuela Mandracchia, Federica Bonani, Debora Zuin, Maria Pilar Perez Aspa e Francesca Ciocchetti.
L'idea di accompagnare l'ormai tradizionale Premio Virginia Reiter con un vero e proprio festival viene da un maestro dello spettacolo come Giuseppe Bertolucci, che ricorda: «Nel 2005 fui invitato a far parte della giuria: si trattava della quinta edizione. Anna Grazia Reiter mi chiese di pensare a possibili sviluppi di quello che allora era una cerimonia di consegna. Dato il tema del premio, pensai che sarebbe stato interessante allargare l’evento ad un dialogo con e sulle giovani attrici. Attraverso la testimonianza televisiva di «Palcoscenico», grazie alle lectiones magistralis di importanti signore dello spettacolo, abbiamo instaurato un colloquio con la figura dell’attrice: Determinante è stata – ed è tuttora – la partecipazione di Lidia Ravera».

Clio Cipolletta

Nata a Napoli nel 1985, dopo le prime esperienze di teatro per la regia di Carlo Cerciello si diploma nel 2008 alla Scuola di Teatro del Piccolo. Al Piccolo recita nel Gabbiano e nel Giardino dei ciliegi di Cechov (regia di Enrico D’Amato), nella Betìa di Ruzante (regia di Gianfranco de Bosio), in Futur…azione a crepapelle (regia di Emanuele De Checchi), Gl’Innamorati di Goldoni (regia di Massimo De Francovich). Diretta da Luca Ronconi in Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, ha recitato in Darwin… tra le nuvole, di Boschi/de Luca/Giorello (regia di Stefano de Luca), Il gatto con gli stivali-Una recita continuamente interrotta di Tieck/Tessitore (regia di Carmelo Rifici) e La cimice di Majakovskij (regia di Serena Sinigaglia). Nel 2009 è stata diretta da Luca Ronconi in Un altro gabbiano da Checov, prodotto dal Centro Teatrale Santa Cristina per il Festival dei 2 Mondi di Spoleto.

Anna Della Rosa

Studia con Nikolaj Karpov e nel 2002 si diploma alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Si specializza con Luca Ronconi al corso per attori Santa Cristina e con Massimo Castri alla scuola di Alta Formazione teatrale dell’ERT di Modena. Lavora nel cinema, in televisione ma soprattutto in teatro, dove recita con la regia di Peter Stein in Pentesilea e Medea , Massimo Castri in Questa sera si recita a soggetto, Maurizio Schmidt ne I promessi sposi, nel ruolo della monaca di Monza. Tra gli ultimi lavori Zio Vanja con la regia di Nanni Garella nel ruolo di Sonja e La trilogia della villeggiatura con la regia di Toni Servillo nel ruolo di Giacinta. Per quest’ultima interpretazione ha vinto il premio Eti -Gli olimpici del teatro 2008 come migliore attrice emergente e il premio internazionale Amici di Milano per i giovani 2009.

Chiara Baffi

Chiara Baffi, napoletana di 30 anni, vince nel 2008 i premi Ubu ed Eleonora Duse. Debutta accanto a Giulio Scarpati ne L' idiota di Dostoevski, diretto daGigi Dall'Aglio, poi appare accanto a Elisabetta Pozzi in Elettra, regia di Piero Maccarinelli. Per due anni partecipa al progetto Museum di Renato Carpentieri. Diretta da Antonio Capuano in Prove d' autore, con Luca De Filippo recita nella farsa di Feydeau La palla al piede, per la regia di Armando Pugliese. Ancora accanto a Luca in Napoli milionaria di Eduardo, regia di Francesco Rosi. Due gli spettacoli di svolta, la Trilogia della villeggiatura di Goldoni diretto da Toni Servillo e Chiove di Pau Mirò, tradotto dal catalano al napoletano da Enrico Ianniello, diretto da Francesco Saponaro.



sabato 26 settembre 2009

LA GIURIA DEL PREMIO VIRGINIA REITER 2009

PRESIDENTE: PAOLO POLI

GIURATI:

GIANFRANCO CAPITTA
Gianfranco Capitta vive e lavora a Roma. Da molti anni lavora a Il Manifesto, dove scrive di teatro e d’altro. A Radiotre Rai cura i collegamenti con gli spettacoli in scena nella stagione. Ha pubblicato due libri su Harold Pinter (assieme a Roberto Canziani per Anabasi e per Garzanti), e recentemente con Toni Servillo uno dedicato all’arte dell’attore (Interpretazione e creatività, Laterza editore). E’ uno spettatore abituale e curioso a teatro, e ad alcuni maestri della regia ha dedicato attenzione e studi. Per sei anni è stato responsabile artistico delle Orestiadi di Gibellina, 1999-2004. Ha curato a Torino una Biennale dei giovani artisti, e ha elaborato il progetto di Napoli risultato vincitore del bando per il Festival nazionale del teatro. Attualmente è membro del cda dell’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. Negli anni ottanta ha conosciuto e frequentato con grande divertimento Pier Vittorio Tondelli, condividendone alcune esplorazioni, osservazioni e riflessioni, a Firenze, Milano, e sulla riviera romagnola. Con lui ha lavorato tra il 1989 e il 1990 ad un libro che celebrava una delle capitali dell’Adriatico, Ricordando fascinosa Riccione.

RODOLFO DI GIAMMARCO
Giornalista e critico teatrale per il quotidiano “La Repubblica” dal 1979, è curatore e autore di libri, ha realizzato numerose mostre e partecipato alla giuria di premi teatrali. Tra le opere da lui curate si ricordano “Nuovi testi x nuovi interpreti/Intercity Connections” (editoria & spettacolo, 2004), “Love Me or Kill Me” di Graham Saunders su Sarah Kane (editoria & spettacolo, 2005), “Teatro” di Jon Fosse (editoria & spettacolo, 2007), “In-Yer-Face” di Aleks Sierz sul teatro britannico contemporaneo (editoria & spettacolo, 2007). È inoltre autore di “Paolo Poli” (Gremese), “Tutto Peppino” (Gremese), “Prima del Teatro” (Teatro di Pisa), “Grandi monologhi del teatro contemporaneo vol. I e vol. II” (Gremese). Ha realizzato le mostre “Palcoscenico e spazio scenico” dell’84 a Roma, San Francisco e Los Angeles, “Fare spazio alle idee: i nuovi scenografi” dell’88 al Teatro Nuovo di Spoleto, “Maurizio Balò - Modelli di scenografie e costumi 1970-1990” a San Giovanni Valdarno. Nel 1990 è stato inviato teatrale di Rai Uno ed è commentatore teatrale a RadioTre. Dal 1994 dirige la rassegna teatrale “Garofano Verde” a Roma, dal 2001 “Trend - Nuove frontiere della scena britannica” a Roma, è consulente della rassegna romana “Under 13”, è stato curatore del festival “Città Spettacolo” di Benevento dal 1995 al 2002, condirettore del festival “Emozioni” a Salerno nel 2003 e 2004, consulente dal 1990 al 2005 per il Teatro Parioli di Roma. Dirige corsi di drammaturgia (tra cui “Officina Teatrale” al teatro Sala Uno di Roma) e di teatro inglese, dirige e coordina il Premio Lettera 22 di critica teatrale ed è collaboratore e giurato del Premio Virginia Reiter.

ALIDA FANOLLI
Regista, autrice, produttore TV, capo progetto, Alida Fanolli aAlla fine degli anni Sessanta vince il concorso nazionale della RAI che l’assume, dopo un mirato corso di formazione professionale. Da allora si occupa di televisione. Nella sua lunga carriera aziendale ha diretto, ideato, curato e prodotto ogni genere di programma (dall’intrattenimento all’attualità, dagli eventi sportivi alla prosa) collaborando con i più apprezzati personaggi dello spettacolo, dello sport, dell’informazione e della cultura. Negli ultimi anni, e per tutto il mandato di Giovanna Milella quale Vice Direttore di Rai Due, è la Responsabile di RaiDue Palcoscenico, unico programma della televisione generalista che si occupa dello spettacolo dal vivo che riprende e trasmette in versione integrale. Da anni si occupa anche di attività didattica organizzando corsi di formazione professionale presso Scuole Superiori, Licei e Università. Attualmente, tra l’altro, è docente di Regia Televisiva al NABA (Nuova Accademia di belle Arti – corso di Media Design / Istituto Metodologia Prog.) - di Milano.

MARIA GRAZIA GREGORI
Maria Grazia Gregori è nata a Milano, dove vive e lavora. Si è laureata in estetica con Gillo Dorfles con la prima tesi sul teatro dell’Università degli Studi di Milano. Ha insegnato per molti anni Storia del Teatro e della Regia all’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano, ma ha anche tenuto seminari all’Università e alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Dal 1975 è critica teatrale dell’Unità.
Nel 1978 pubblica da Feltrinelli “Il signore della scena” dedicato ai rapporti fra teatro di regia e teatro d’attore nel Novecento ma ha anche scritto e scrive su riviste e pubblicazioni del settore. Nel 1997 esce per i tipi di Leonardo un volume che racconta i 50 anni di vita del Piccolo Teatro di Milano. Proprio in questi giorni è stato pubblicato il volume “Luca Ronconi al Piccolo Teatro” da lei curato. Ha anche curato importanti mostre dedicate alla vicenda teatrale del Piccolo di Milano al Museo d’arte contemporanea (Pac) e al Castello sforzesco. Ha partecipato alla grande Mostra (Palazzo Reale) sugli Anni Trenta (sezioni teatro e scenografia) e a quella dedicata ai 50 anni del Premio Riccione, di cui è stata giurata dal 1977 al 2007. È giurata fin dalla nascita del “Premio Eleonora Duse”e da due edizioni di quello intitolato a Virginia Reiter.

venerdì 25 settembre 2009

IN PIAZZA GRANDE LEZIONE SPETTACOLO DI LUCIA POLI


Horror e leggerezza: su questi temi si muoverà la lectio magistralis di Lucia Poli in programma a Modena, in piazza Grande, domenica 27 settembre, per la seconda serata del Festival Virginia Reiter, che commemora la grande attrice modenese del secolo scorso con tante iniziative e un premio a una giovane interprete teatrale. Tra gli eventi di domenica anche l'anteprima del film per la tv “Il sangue e la neve” con Ottavia Piccolo, dedicato alla giornalista russa assassinata Anna Politkovskaja, e un omaggio all'attrice bolognese Laura Betti che avrà per protagonisti Lucia e Paolo Poli, Anna Nogara, Maria Pilar Perez Aspa e Francesca Ciocchetti. Tutti gli appuntamenti del festival sono a ingresso gratuito.

DONNE RACCONTANO DONNE – TEATRO IN TV
Domenica 27 settembre il festival prende il via alle 15 al teatro della Fondazione San Carlo in via San Carlo 5 con la seconda giornata della rassegna “Donne raccontano donne – Teatro in televisione”, curata da Alida Fanolli, che proporrà una selezione di video tratti dal programma Rai Palcoscenico. Si potrà vedere o rivedere la piéce di Cristina Comencini “Due Partite”, che vede Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi e Valeria Milillo portare in scena nevrosi, sogni e rimpianti di madri e figlie riunite attorno al tavolo da gioco. In “Ascoltami bene” sarà la volta di Mascia Musy che, diretta da Emanuela Giordano, dà voce alla toccante testimonianza di Etty Hillesum, giovane olandese morta nel campo di sterminio di Auschwitz e autrice di lettere e diari dati alle stampe solo negli anni Ottanta. Sarà poi la volta di “Anna Politkovskaja, Il sangue e la neve” con Ottavia Piccolo, adattamento diretto da Felice Cappa della piéce teatrale di Stefano Massini dedicata alla giornalista russa Anna Politkovskaja, uccisa per le sue coraggiose inchieste sulla Cecenia e su Vladimir Putin. Il pubblico del festival vedrà in anteprima il film, che la Rai trasmetterà per la prima volta nel mese di ottobre. Chiuderà la rassegna una breve pillola di12 minuti con protagonista Franca Rame, tratta da “Teatro in Italia - capitolo 2”.

LUCIA POLI – LECTIO MAGISTRALIS
Così Lucia Poli, che si presenterà al pubblico di piazza Grande domenica 27 settembre alle 19, anticipa i contenuti della sua lectio magistralis: «Ho sempre ritenuto l’insegnamento e il mestiere dell’attrice la stessa cosa: alla base di entrambi vi è la necessità di comunicare, vi è un forte coinvolgimento emotivo. Nel teatro regna una maggiore ricerca di creazione e ideazione, ma si tratta pur sempre di un passaggio di saperi e per me, transitare dall’insegnamento al teatro è stata una naturale evoluzione; seppure con molti sobbalzi». Nell'incontro, Lucia Poli si focalizzerà su due stimoli: la leggerezza, intesa alla maniera di Kundera e Calvino e l’orrore, nella doppia accezione di “horror ironico” e “horror involontario”.

OMAGGIO A LAURA BETTI
Piazza Grande risuonerà poi di letture e proiezioni audiovisive per l'omaggio a Laura Betti, che domenica 27 settembre alle 21 vedrà sul palco Lucia Poli, Paolo Poli, Anna Nogara, Maria Pilar Perez Aspa e Francesca Ciocchetti. Nella serata, a cura di Ida Bassignano e Gianfranco Capitta, saranno letti brani del libro di Laura Betti “Teta Veleta” e proiettato il video “Laura Betti. Antologia di sequenze e interviste (1959 -2001)” a cura del Centro studi – Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna. Laura Betti, cantante jazz, attrice teatrale diretta da Visconti, interprete cinematografica con Fellini, Bellocchio, Bertolucci, fu intima amica di Pier Paolo Pasolini, da lui diretta in alcuni film, tra cui “Teorema”, che le valse la Coppa Volpi 1968. A Pasolini dedicò nel 1996 il recital di poesie e testi “Una disperata vitalità” e nel 2001 il film “Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno”, appassionato e commovente ritratto del poeta, scrittore e regista, in cui testimonianze di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo vengono affiancate a un ampio materiale d’archivio.

INFO
In caso di maltempo ci si sposterà da piazza Grande al Teatro della Fondazione Collegio San Carlo di via San Carlo 5. Il festival, giunto alla seconda edizione, è nato da un’idea di Giuseppe Bertolucci. Con la direzione artistica di Lidia Ravera e la consulenza di Fabrizio Grosoli, è promosso dall’associazione culturale Virginia Reiter insieme a Comune e Provincia di Modena, Regione Emilia-Romagna, Emilia Romagna Teatro, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Collaborano anche Amici dei Teatri, Cineteca di Bologna, Centro documentazione donna di Modena, Istituto storico di Modena, Rai Palcoscenico e TTV di Riccione. 

Intervista a Giuseppe Bertolucci per il Festival Virginia Reiter 2009


Maestro, da Premio nato nel 1997, il Virgina Reiter è diventato un Festival - quest’anno alla seconda edizione - grazie ad una sua suggestione. Com’è nato il suo rapporto con la manifestazione?
«Nel 2005 fui invitato a far parte della giuria: si trattava della quinta edizione. Anna Grazia Reiter mi chiese di pensare a possibili sviluppi di quello che allora era una cerimonia di consegna. Dato il tema del premio, pensai che sarebbe stato interessante allargare l’evento ad un dialogo con e sulle giovani attrici. Attraverso la testimonianza televisiva di «Palcoscenico», grazie alle lectiones magistralis di importanti signore dello spettacolo, abbiamo instaurato un colloquio con la figura dell’attrice: Determinante è stata – ed è tuttora – la partecipazione di Lidia Ravera».
Dopo l’omaggio di sabato sera a Ilda Bartoloni, domenica sarà la volta di un interessante focus su Laura Betti, dove letture dal testo «Teta Veleta» condotte da importanti artisti, si intrecceranno a proiezioni di video conservati all’archivio Pasolini.
«Laura è stata una grande artista e una grande amica. Ho accolto, in qualità di Presidente della Cineteca di Bologna, quel «piccolo tesoro» che lei ha raccolto durante tutta la sua vita e che ora è il Fondo Pasolini: è stata una delle sue ultime volontà; ha sempre desiderato che lei e Pier Paolo tornassero post mortem a Bologna. L’Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna è molto frequentato e utilizzato da giovani studiosi: ne sono orgoglioso».
Ricorda qualche aneddoto sulla signora Betti?
«Ne conservo tantissimi, è difficile scegliere. Laura non era solo un’artista, ma anche una vera donna; a suo modo misteriosa: un «mistero gaudioso e doloroso». Riassumeva in sé la Storia: da una sorta di contadina del Medioevo della Bassa Padana, a figlia ribelle dell’alta borghesia bolognese del ‘900. Era una cuoca straordinaria, cucinava sempre! Era figlia e madre senza soluzione di continuità».
E in rapporto a Pasolini?
«E’ stata una grande militante della poesia e della politica, e del punto di vista di Pasolini sul mondo. Si è fatta carico di divulgare il pensiero di Pier Paolo. Come tutti i militanti, era molto faziosa ed eccessiva, ma ha fatto qualcosa di estremamente prezioso: ha testimoniato il pensiero di uno dei più grandi pensatori ed intellettuali del ‘900».


Intervista di Veronica Negrelli

Intervista a Ottavia Piccolo per il Festival Virginia Reiter edizione 2009




Signora Piccolo, lei parteciperà all’edizione 2009 del Festival Virginia Reiter – il lavoro dell’attrice in doppia veste: come relatrice della lectio magistralis di sabato 26 settembre in Piazza Grande, e come interprete del video “Anna Politkovskaya, Il sangue e la neve” che verrà trasmesso in anteprima domenica 27 al Teatro Fondazione Collegio San Carlo. Come sarà strutturato il suo intervento di sabato?
«Pensare in termini di “lectio magistralis” mi spaventa: non credo di poter insegnare qualcosa ad alcuno. Preferisco la definizione di “incontro con il pubblico”. Racconterò in cosa consiste “Il sangue e la neve”, spiegherò come è nato il progetto e leggerò alcuni brani dal memorandum teatrale di Stefano Massini “Donna non rieducabile”, di cui “Il sangue e la neve” per la regia di Felice Cappa è un’insolita versione televisiva; non si tratta infatti di una “semplice” ripresa da un’opera teatrale, ma “Donna non rieducabile” è diventato un vero “film” per la televisione, tanto da aver cambiato titolo. Nel 2007 Stefano Massini compose questo omaggio alla giornalista russa Anna Politkovskaja per ricordarla ad un anno dalla sua morte. Non è un monologo tradizionale, io non impersono Anna né la interpreto, ma è uno spettacolo di grande forza: racconto il mestiere del
giornalista in una situazione estrema. Si tratta di quadri, istantanee del lavoro della Politkovskaja,
della sua vita di donna, moglie e madre».
Tutto questo filtrerà dal suo incontro di sabato.
«Certamente, ma racconterò anche le differenze fra teatro e televisione: spesso agli attori viene imputato il fatto di non conoscere i meccanismi del cinema e del mezzo televisivo, quindi racconterò la trasformazione di una opera teatrale (sebbene “Donna non rieducabile” non sia uno spettacolo “canonico”) in un prodotto per la televisione spiegandone le differenze, e renderò noto in cosa consiste allestire una messa in scena per un altro medium che non sia la ribalta teatrale, bensì la macchina da presa».
Lei ha già partecipato al Festival Virginia Reiter ben due volte, in qualità di giurata, nella prima e terza edizione: cosa pensa di questo evento?
«Si tratta di una manifestazione non solo bella ed interessante, ma anche importante, soprattutto in un momento storico in cui vengono premiate signorine che non hanno realizzato nulla di rilevante, se non accompagnarsi a uomini potenti. Il Festival Virginia Reiter fornisce finalmente l’opportunità di parlare di giovani donne che affrontano un mestiere difficile, quello dell’attrice. Non amo far distinzioni tra cinema e teatro: si tratta di due facce della stessa medaglia. E’ importantissimo dare rilievo ad un evento del genere: le brave protagoniste esistono, e meritano il giusto spazio e visibilità».

Intervista di Veronica Negrelli

Intervista a Lucia Poli per il Festival Virginia Reiter edizione 2009



Signora Poli, lei parteciperà all’edizione 2009 del Festival Virginia Reiter – il lavoro dell’attrice in doppia veste: sarà relatrice della lectio magistralis di domenica 27 settembre in Piazza Grande e, a seguire, una delle interpreti dell’omaggio a Laura Betti curato da Ida Bassignano e Gianfranco Capitta. Cosa prova a calcare il palcoscenico come professoressa?
«Sono molto lieta di tornare in cattedra. Prima di approdare alla professione di attrice, ho insegnato Lettere al Liceo Artistico di Firenze, città in cui mi sono laureata. Mi sembra di vivere “l’eterno ritorno” di Nietzsche: si torna sempre sul “luogo del delitto”! Ho sempre ritenuto l’insegnamento e il mestiere dell’attrice la stessa cosa: alla base di entrambi vi è la necessità di comunicare, vi è un forte coinvolgimento emotivo. Nel teatro regna una maggiore ricerca di creazione e ideazione, ma si tratta pur sempre di un passaggio di saperi e per me, transitare dall’insegnamento al teatro è stata una naturale evoluzione; seppure con molti sobbalzi».
In cosa consisterà il suo incontro-spettacolo di sabato?
«Partirò da questo concetto del transitare per presentare esemplificazioni del mio percorso che diano l’idea di quello che, per me, è l’arte teatrale, e che informino sullo stile che ho cercato di perseguire. Non potendo esaurire per motivi di tempo la complessità del mio percorso, focalizzerò il mio intervento su due stimoli o filoni importanti: la leggerezza, intesa alla maniera di Kundera e Calvino e l’orrore, nella doppia accezione di “horror ironico” e “horror involontario”».
Tematiche interessanti e molto attuali, se si pensa che l’horror ironico appartiene a grandi maestri del cinema, e non solo.
«Il successo di Quentin Tarantino dimostra quanto il pubblico sia attratto da questo concetto; per senso di orrore ironico intendo quella componente umoristica per i fatti della vita ai quali non ci sentiamo adeguati, o l’orrore di noi stessi; invece per horror involontario intendo quella serie di meccanismi che si innescano senza avere piena coscienza di quel senso di orrore che una persona può suscitare. Esemplificherò tali concetti con performance e pezzi di teatro».
Insieme a suo fratello Paolo, ad Anna Bogara, Pilar Perez Aspa e Francesca Ciocchetti parteciperà ad un omaggio a Laura Betti; come sarà strutturato?
«Non vi è modo migliore di ricordare Laura se non attraverso lei stessa: verranno quindi proiettati video con interviste, spezzoni di film che l’hanno vista protagonista, sue performance canore. A noi attori spetterà il compito di leggere brani dal suo libro “Teta veleta”».
Un commento sul Festival Virginia Reiter
«Sono molto contenta che esista: l’Italia è un paese “gerontofilo”. Chi arriva al potere se lo tiene ben stretto fino alla vecchiaia, e in molti settori non vi è ricambio generazionale. Un premio che dà quindi visibilità, incoraggiamento e vigore ad una giovane attrice merita piena adesione. E’ altresì difficile, al giorno d’oggi, iniziare una carriera nel mondo dello spettacolo: i luoghi di potere sono inespugnabili, nell’immaginario collettivo esiste solo la televisione: come dice Gandini, viviamo nell’età della videocrazia».

Intervista di Veronica Negrelli

giovedì 24 settembre 2009

SI APRE IL FESTIVAL REITER CON ANNA BONAIUTO E OTTAVIA PICCOLO

Sabato 26 settembre in piazza Grande a Modena due lezioni spettacolo e un omaggio alla giornalista Ilda Bartoloni. Al teatro San Carlo rassegna di teatro in televisione.

Si apre con due ammirate interpreti dei palcoscenici e degli schermi italiani, Anna Bonaiuto e Ottavia Piccolo, la prima serata del Festival Virginia Reiter, sabato 26 settembre in piazza Grande a Modena. La kermesse teatrale dedicata al “Lavoro dell'attrice”, giunta alla seconda edizione, prende il via già nel pomeriggio, alle 15, con la rassegna video “Donne raccontano donne – Teatro in televisione” al Teatro della Fondazione San Carlo in via San Carlo 5. Alle 18 ci si sposta in piazza Grande per un omaggio teatrale alla giornalista Ilda Bartoloni, pioniera dei diritti delle donne, recentemente scomparsa. Alle 19.30, per parlare al pubblico modenese del mestiere di attrice, salirà sul palcoscenico Anna Bonaiuto e alle 21 Ottavia Piccolo chiuderà il primo di tre giorni di festival. In caso di maltempo anche gli eventi previsti in piazza Grande si terranno al teatro della Fondazione San Carlo in via San Carlo 5.

“DONNE RACCONTANO DONNE – TEATRO IN TELEVISIONE”
Sarà una rassegna di teatro in televisione il primo atto dell'evento che commemora Virginia Reiter, attrice teatrale modenese vissuta a cavallo tra Otto e Novecento. Al Teatro della Fondazione Collegio San Carlo si potranno riscoprire grandi momenti del teatro a partire da sabato pomeriggio alle 15. Grazie alla collaborazione tra il Festival Virginia Reiter e la trasmissione Rai Palcoscenico, la rassegna video “Donne raccontano donne”, curata da Alida Fanolli, presenterà stralci di spettacoli teatrali e inediti custoditi negli archivi Rai. Sabato 26 le proiezioni in programma sono “Delirio amoroso”, con Licia Maglietta che interpreta testi della poetessa Alda Merini, e“Un cuore semplice”, ispirato al racconto di Gustave Flaubert, con Maria Paiato.




OMAGGIO A ILDA BARTOLONI

Alle 18 in piazza Grande il primo evento dal vivo del Festival renderà omaggio a una paladina della narrazione al femminile, la giornalista del Tg3 Ilda Bartoloni. Per l'omaggio a Ilda sarà presente in piazza anche una troupe della rubrica Tg3 Punto Donna. L'evento, curato da Rita Capponi e Anna Grazia Reiter e condotto da Lidia Ravera, prevede una serie di letture dedicate alla Bartoloni che si alterneranno a frammenti delle sue più famose inchieste televisive. Le interpreti delle letture saranno due giovani attrici già insignite del “Premio Virginia Reiter” nel 2005 e nel 2007, Pilar Perez Aspa e Francesca Ciocchetti. Con loro sul palco altre tre giovani interpreti diplomate alla scuola di alta formazione per attori di Emilia Romagna Teatro: la modenese Ermelinda Pansini e le romane Annalisa Salis e Chiara Condrò. Alla serata presenzieranno anche le onorevoli Mariangela Bastico ed Elettra Deiana.




ANNA BONAIUTO – LEZIONE SPETTACOLO

I segreti, i sacrifici, le passioni e le soddisfazioni del mestiere di attrice saranno al centro della “lectio magistralis” di Anna Bonaiuto, sabato alle 19.30 in piazza Grande. Intensa interprete teatrale, Anna Bonaiuto è famosa anche per i suoi ruoli cinematografici: da “L'amore molesto” di Martone a “Dove siete? Io sono qui” di Liliana Cavani, che le valse la Coppa Volpi a Venezia, fino ai più recenti “Il caimano”, “Mio fratello è figlio unico”, “La ragazza del lago”, “Il divo”.





OTTAVIA PICCOLO – LEZIONE SPETTACOLO

Seguirà, sabato alle 21, l'incontro con Ottavia Piccolo: l'attrice partirà dalle differenze tra il teatro e la televisione, cogliendo anche l'occasione dell'anteprima del film per la tv “Il sangue e la neve”, diretto da Felice Cappa, che sarà presentato domenica 27 al Teatro Fondazione Collegio San Carlo. «Spiegherò come è nato il progetto e leggerò alcuni brani dal memorandum teatrale di Stefano Massini “Donna non rieducabile”, di cui “Il sangue e la neve” per la regia di Felice Cappa è un’insolita versione televisiva; non si tratta infatti di una “semplice” ripresa da un’opera teatrale, ma “Donna non rieducabile” è diventato un vero “film” per la televisione, tanto da aver cambiato titolo. Nel 2007 Stefano Massini compose questo omaggio alla giornalista russa Anna Politkovskaja per ricordarla ad un anno dalla sua morte. Non è un monologo tradizionale, io non impersono Anna né la interpreto, ma è uno spettacolo di grande forza: racconto il mestiere del giornalista in una situazione estrema. Si tratta di quadri, istantanee del lavoro della Politkovskaja, della sua vita di donna, moglie e madre».




INFO

Il Festival Virginia Reiter – Il lavoro dell'attrice continua domenica 27 settembre sempre tra piazza Grande e il teatro San Carlo, mentre lunedì sera si sposterà al teatro Storchi per assegnare il “Premio Virginia Reiter” a una giovane attrice che si sia fatta notare sui palcoscenici nell'ultima stagione. Il Festival è nato da un’idea di Giuseppe Bertolucci. Con la direzione artistica di Lidia Ravera e la consulenza di Fabrizio Grosoli, è promosso dall’associazione culturale Virginia Reiter insieme a Comune e Provincia di Modena, Regione Emilia-Romagna, Emilia Romagna Teatro, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Collaborano anche Amici dei Teatri, Cineteca di Bologna, Centro documentazione donna di Modena, Istituto storico di Modena, Rai Palcoscenico e TTV di Riccione.

lunedì 21 settembre 2009

PREMIO REITER, 3 GIOVANI ATTRICI IN LIZZA PER LA SETTIMA EDIZIONE

Una giuria di qualità, tre finaliste scelte tra le migliori giovani attrici dell'ultima stagione teatrale, un premio in denaro come augurio di una lunga carriera e ricordo di una delle più grandi interpreti del secolo scorso: sono gli ingredienti del Premio Virginia Reiter, un riconoscimento biennale, giunto alla settima edizione, che sarà assegnato a Modena lunedì 28 settembre alle 21 in una serata al Teatro Storchi, in largo Garibaldi. Come nella passata edizione, anche quest'anno la serata del Premio è preceduta da due giorni di eventi e rassegne dedicate al teatro, alla televisione e in generale al mestiere di attrice.
Mattatore della serata di gala, presentata dalla scrittrice Lidia Ravera, sarà il grande Paolo Poli, sul palcoscenico insieme alle giovani finaliste del premio, accompagnato dalle suggestioni mediterranee del duo musicale palermitano Al Madina.
Il premio, offerto dalla Banca Popolare dell'Emilia Romagna, nelle passate edizioni è andato a Laura Pasetti, Manuela Mandracchia, Federica Bonani, Debora Zuin, Maria Pilar Perez Aspa e Francesca Ciocchetti.
La giuria che sceglierà il nome della vincitrice è presieduta da Paolo Poli e composta dai giornalisti e critici teatrali Gianfranco Capitta, Rodolfo Di Giammarco, Alida Fanolli, Maria Grazia Gregori.

TEATRO IN TV, ANTEPRIME E RISCOPERTE ALLA FONDAZIONE SAN CARLO

Sabato 26 e domenica 27 settembre dalle 15 alle 18 rassegna video a ingresso gratuito “Donne raccontano donne” curata da Alida Fanolli per il Festival Virginia Reiter 2009

Sarà l'anteprima del film per la tv “Il Sangue e la neve” con Ottavia Piccolo una delle punte di diamante della rassegna video “Donne raccontano donne” in programma sabato 26 e domenica 27 settembre dalle 15 alle 18 alla Fondazione Collegio San Carlo in via San Carlo 5 a Modena, nell'ambito della seconda edizione del Festival Virginia Reiter – il lavoro dell'attrice.
“Il Sangue e la neve”, in programma domenica pomeriggio, è l'adattamento diretto da Felice Cappa della piéce teatrale di Stefano Massini "Donna non rieducabile" dedicata alla giornalista russa Anna Politkovskaja, uccisa per le sue coraggiose inchieste sulla Cecenia e su Vladimir Putin. Il pubblico del festival vedrà in anteprima il film, che la Rai trasmetterà per la prima volta nel mese di ottobre. La rassegna, curata da Alida Fanolli, proporrà una selezione di video tratti dal programma Rai Palcoscenico di Giovanna Milella e Alida Fanolli con la consulenza di Felice Cappa.
Sabato 26 settembre alle 16 la rassegna prende il via con Licia Maglietta che interpreta testi della poetessa Alda Merini, in “Delirio amoroso”. Seguirà “Un cuore semplice” ispirato al racconto di Gustave Flaubert, con Maria Paiato.
Domenica 27 sempre alle 15 si comincia con la piéce di Cristina Comencini “Due Partite”, che vede Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi e Valeria Milillo portare in scena nevrosi, sogni e rimpianti di madri e figlie riunite attorno al tavolo da gioco.
In “Ascoltami bene” sarà la volta di Mascia Musy che, diretta da Emanuela Giordano, dà voce alla toccante testimonianza di Etty Hillesum, giovane olandese morta nel campo di sterminio di Auschwitz e autrice di lettere e diari dati alle stampe solo negli anni Ottanta. Sarà poi la volta dell'annunciato “Anna Politkovskaja, Il sangue e la neve” con Ottavia Piccolo, mentre chiuderà la rassegna una breve pillola di12 minuti con protagonista Franca Rame, tratta da “Teatro in Italia - capitolo 2”.
La rassegna “Teatro in televisione – Donne raccontano donne” è a ingresso gratuito nell'ambito del Festival Virginia Reiter – Il lavoro dell'attrice.

IL FESTIVAL VIRGINIA REITER CELEBRA ILDA BARTOLONI E LAURA BETTI

Sabato 26 e domenica 27 settembre in piazza Grande a Modena due incontri spettacolo per ricordare la grande giornalista del Tg3 e l'indimenticata attrice e cantante.

Una giornalista, Ilda Bartoloni, pioniera dei diritti delle donne e della narrazione al femminile, e una straordinaria interprete della canzone, del teatro e del cinema come Laura Betti, ricordata anche per il profondo legame artistico e umano con Pier Paolo Pasolini: a Modena, alla seconda edizione del Festival Virginia Reiter – Il lavoro dell'attrice, accanto alle rassegne, al premio e alle lezioni spettacolo, non potevano mancare gli omaggi in forma teatrale a queste due donne straordinarie.
Sabato 26 settembre alle 18 in piazza Grande il primo evento dal vivo del Festival sarà proprio l'omaggio a Ilda Bartoloni, curato da Rita Capponi e Anna Grazia Reiter e condotto da Lidia Ravera. Le attrici Pilar Perez Aspa, Francesca Ciocchetti, Ermelinda Pansini, Chiara Condrò e Annalisa Salis saranno interpreti di letture dedicate alla Bartoloni, che si alterneranno a spezzoni delle sue inchieste trasmesse dalla Rai. Alla serata presenzieranno anche le onorevoli Mariangela Bastico ed Elettra Deiana.
Letture e proiezioni audiovisive anche per l'altro omaggio del Festival, quello a Laura Betti, che domenica 27 settembre alle 21 vedrà salire sul palcoscenico di piazza Grande Lucia Poli, Paolo Poli, Anna Nogara, Maria Pilar Perez Aspa e Francesca Ciocchetti. Nella serata, a cura di Ida Bassignano e Gianfranco Capitta, saranno letti brani del libro di Laura Betti “Teta Veleta” e proiettato il video “Laura Betti. Antologia di sequenze e interviste (1959 -2001)” a cura del Centro studi – Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna.



Ilda Bartoloni, già ospite del Festival Reiter nel 2007, è scomparsa nella primavera 2009 dopo una carriera più che trentennale in Rai. Assunta nel 1975, collaborava già da anni con autori come Sergio Zavoli e Mino Damato. Fu inviata di cronaca giudiziaria, si occupò di terrorismo e grandi processi, ma anche dei grandi cambiamenti sociali e di costume con inchieste sull'aborto, sul femminismo, sul divorzio e sulle tossicodipendenze. A lei va il merito di aver ideato per il Tg2 i primissimi programmi di genere come “Diogene dalla parte delle donne”, “Mafalda” e poi, per il Tg3, “Punto Donna”, l’unico magazine d’informazione dal punto di vista delle donne.
 
Cantante jazz, attrice teatrale diretta da Luchino Visconti, poi al cinema con Fellini, Bellocchio, i Taviani, Bertolucci: sono solo alcuni passaggi della straordinaria carriera di Laura Betti. L'artista di origine bolognese fu amica di Pier Paolo Pasolini, da lui diretta in alcuni film, tra cui “Teorema”, che le valse la Coppa Volpi 1968. A Pasolini dedicò nel 1996 il recital di poesie e testi “Una disperata vitalità” e nel 2001 il film “Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno”, appassionato e commovente ritratto del poeta, scrittore e regista, in cui testimonianze di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo vengono affiancate a un ampio materiale d’archivio.


Gli omaggi a Ilda Bartoloni e Laura Betti, a ingresso gratuito, si terranno sul palcoscenico allestito in piazza Grande a Modena, e in caso di maltempo al Teatro della Fondazione Collegio San Carlo di via San Carlo 5.

TEATRO IN PIAZZA CON ANNA BONAIUTO, OTTAVIA PICCOLO, LUCIA POLI

Sabato 26 e domenica 27 settembre in piazza Grande a Modena  le lezioni spettacolo delle 3 grandi interpreti per il Festival Virginia Reiter 2009

Anna Bonaiuto, Ottavia Piccolo, Lucia Poli: tre grandi interpreti dei palcoscenici italiani sarano in piazza Grande a Modena, sabato 26 e domenica 27 settembre, per il Festival Virginia Reiter – Il lavoro dell'attrice, con un ciclo di lezioni spettacolo a ingresso gratuito. Sabato 26 alle 19.30 salirà sul palco di piazza Grande Anna Bonaiuto, seguita alle 21 da Ottavia Piccolo, mentre domenica sera alle 19 sarà di scena Lucia Poli.
La prima conversazione col pubblico modenese starà alla napoletana Anna Bonaiuto, intensa interprete teatrale resa famosa anche dai suoi ruoli cinematografici: da “L'amore molesto” di Martone a “Dove siete? Io sono qui” di Liliana Cavani, che le valse la Coppa Volpi a Venezia, fino ai più recenti “Il caimano”, “Mio fratello è figlio unico”, “La ragazza del lago”, “Il divo”. L'occasione, per tutti gli appassionati di teatro, è scoprire dalle voci delle protagoniste i segreti, i sacrifici, le passioni e le soddisfazioni del mestiere di attrice, in una “lectio magistralis” che inizierà sabato alle 19.30 in piazza Grande, mentre in caso di maltempo ci si sposterà alla Fondazione Collegio San Carlo in via San Carlo 5.
Seguirà, sabato alle 21, l'incontro con Ottavia Piccolo: l'attrice partirà dalle differenze tra il teatro e la televisione, cogliendo anche l'occasione dell'anteprima del film per la tv “Il sangue e la neve”, diretto da Felice Cappa, che sarà presentato domenica 27 al Teatro Fondazione Collegio San Carlo. «Spiegherò come è nato il progetto e leggerò alcuni brani dal memorandum teatrale di Stefano Massini “Donna non rieducabile”, di cui “Il sangue e la neve” per la regia di Felice Cappa è un’insolita versione televisiva; non si tratta infatti di una “semplice” ripresa da un’opera teatrale, ma “Donna non rieducabile” è diventato un vero “film” per la televisione, tanto da aver cambiato titolo. Nel 2007 Stefano Massini compose questo omaggio alla giornalista russa Anna Politkovskaja per ricordarla ad un anno dalla sua morte. Non è un monologo tradizionale, io non impersono Anna né la interpreto, ma è uno spettacolo di grande forza: racconto il mestiere del giornalista in una situazione estrema. Si tratta di quadri, istantanee del lavoro della Politkovskaja, della sua vita di donna, moglie e madre».
Così invece Lucia Poli, che si presenterà al pubblico di piazza Grande domenica 27 settembre alle 19, anticipa i contenuti della sua lectio magistralis: «Ho sempre ritenuto l’insegnamento e il mestiere dell’attrice la stessa cosa: alla base di entrambi vi è la necessità di comunicare, vi è un forte coinvolgimento emotivo. Nel teatro regna una maggiore ricerca di creazione e ideazione, ma si tratta pur sempre di un passaggio di saperi e per me, transitare dall’insegnamento al teatro è stata una naturale evoluzione; seppure con molti sobbalzi». Nell'incontro, Lucia Poli si focalizzerà su due stimoli: la leggerezza, intesa alla maniera di Kundera e Calvino e l’orrore, nella doppia accezione di “horror ironico” e “horror involontario”.

FESTIVAL VIRGINIA REITER 2009, PARLANO LE PROTAGONISTE

Le dichiarazioni e i commenti delle ospiti, dell'organizzatrice e dei partner dell'evento


Una tre giorni dedicata alla donna nel teatro, per rendere omaggio alla grande attrice del secolo scorso Virginia Reiter e, con lei, alle più amate interpreti dei palcoscenici italiani di oggi e di ieri. Dal 26 al 28 settembre torna a Modena il festival Virginia Reiter – Il lavoro dell’attrice. Gli organizzatori, le attrici ospiti della manifestazione e gli enti patrocinanti salutano la seconda edizione del Festival e la settima edizione del Premio Virginia Reiter, che sarà assegnato a una giovane attrice under 35. Le loro dichiarazioni in ordine alfabetico.


Maria Merelli, presidente Emilia Romagna Teatro Fondazione
Sono lieta di essere qui oggi in occasione della presentazione della settima edizione del Premio Virginia Reiter che si svolgerà a Modena dal 26 al 28 settembre, che Emilia Romagna Teatro Fondazione, di cui sono presidente, promuove e ospita nel Teatro Storchi di Modena. Lo strettissimo legame che unisce il Teatro Storchi e Virginia Reiter è tra l’altro testimoniato dalla presenza nel foyer del Teatro da una targa che ricorda la grande attrice modenese. Nel corso degli anni il Premio ha avuto il merito di segnalare e premiare giovani attrici che sono poi divenute grandi protagoniste della scena italiana. La ricca edizione di quest'anno offre tra l'altro l'occasione per vedere una importante documentazione di lavori teatrali, preservata dalla RAI, che consente di incontrare attrici particolarmente vicine a ERT. Anche per questa vicinanza ( ricordo ‘Erano tutti miei figli’ di A. Miller per la regia di Cesare Lievi) voglio sottolineare il mio piacere per il premio dato a Giulia Lazzarini per la sua lunga e magnifica carriera, in un incontro fra generazioni di artiste. E naturalmente un augurio caloroso alla settima premiata.


Marcella Nordi, assessore alle Pari opportunità del Comune di Modena
L'assessorato alle Pari opportunità del Comune di Modena ha appoggiato volentieri il Festival Virginia Reiter 2009: il tema affrontato, Il lavoro dell'attrice e la figura femminile nel teatro, è particolarmente importante in un momento in cui anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è soffermato sulla gravità del fenomeno violenza contro le donne. Compito delle Amministrazioni pubbliche è creare una sensibilità che rispetti e valorizzi le differenze e cercare di rendere le donne sempre più protagoniste della nostra società, purtroppo ancora molto diseguale. Virginia Reiter ha precorso i tempi, è stata una donna intellettuale di primo piano in una società ancora molto maschilista come quella dell'inizio Novecento, un faro per le altre donne e, come modenese, un simbolo di quanto la nostra città sia all'avanguardia nell'emancipazione femminile. Inoltre, come diceva Pasolini, “il futuro ha un cuore antico”: l'importanza del Festival risiede anche nell'assegnare, ogni due anni, un premio a una giovane attrice, celebrando la memoria di una grande donna e offrendo un'occasione e un'opportunità a una giovane promessa.


Ottavia Piccolo, attrice
Si tratta di una manifestazione non solo bella ed interessante, ma anche importante, soprattutto in un momento storico in cui vengono premiate signorine che non hanno realizzato nulla di rilevante, se non accompagnarsi a uomini potenti. Il Festival Virginia Reiter fornisce finalmente l’opportunità di parlare di giovani donne che affrontano un mestiere difficile, quello dell’attrice. Non amo far distinzioni tra cinema e teatro: si tratta di due facce della stessa medaglia. E’ importantissimo dare rilievo ad un evento del genere: le brave protagoniste esistono, e meritano il giusto spazio e visibilità.


Lucia Poli, attrice
Sono molto contenta che esista il Festival e Premio Virginia Reiter: l’Italia è un paese “gerontofilo”. Chi arriva al potere se lo tiene ben stretto fino alla vecchiaia, e in molti settori non vi è ricambio generazionale. Un premio che dà quindi visibilità, incoraggiamento e vigore ad una giovane attrice merita piena adesione. E’ altresì difficile, al giorno d’oggi, iniziare una carriera nel mondo dello spettacolo: i luoghi di potere sono inespugnabili, nell’immaginario collettivo esiste solo la televisione: come dice Gandini, viviamo nell’età della videocrazia.


Maria Teresa Scapinelli, presidente dell'associazione Amici dei Teatri di Modena
Il Premio Virginia Reiter a una giovane attrice è stato creato proprio per volontà degli Amici dei Teatri, nel 1996. L'attuale edizione, integrata e migliorata dalla presenza di autorevoli artisti, continua una tradizione che ci auguriamo porterà fortuna all'attrice vincitrice del premio.


Lidia Ravera, scrittrice e direttrice artistica del Festival
"In questi tempi oscuri, in questi tempi in cui le giovani donne subiscono l'offesa costante di essere considerate corpi di scambio, oggetti che passano di mano in mano nel mercato delle voglie maschili, in questi anni in cui l'incultura di massa e il cattivo gusto vengono incrementati senza tregua dal blob della maggior parte dei programmi della televisione generalista e commerciale, un premio come il Virginia Reiter, felicemente giunto alla sua settima edizione, assume un valore particolare. Nel nome della grande Virginia Reiter, donna emancipata e realizzata nonostante l'epoca ( la fine dell'ottocento, l'inizio del novecento), a Modena, fra pochi giorni, si premieranno il talento, l'intelligenza, la creatività e il fascino di tre attrici nate meno di 35 anni fa. Premiare il talento e il lavoro e la capacità di impegnarsi e di studiare delle donne è particolarmente importante nel momento in cui così spesso si sente alludere all'unica carriera consentita alle ragazze: prestare le proprie grazie in cambio di visibilità, danaro, un posto al sole. È quindi con una gioia speciale che parteciperò alle tre giornate del festival. Giornate in cui, fra l'altro, tre grandi attrici, Anna Bonaiuto, Ottavia Piccolo e Lucia Poli, ciascuna in una lectio magistralis, racconteranno se stesse e il proprio lavoro artistico, in un simbolico benvenuto alle più giovani, quasi ad accoglierle nel club delle più brave. In Italia ci sono decine di festival e centinaia di premi, spesso inutili o autocelebrativi o lottizzati. Bene: il premio Reiter non lo è. Premia le migliori e non le amichette di questo o di quello. Premia le donne, che ne hanno sempre un po' bisogno . E premia le più giovani, perché continuino a essere come sono: diverse."


Anna Grazia Reiter, organizzatrice e pronipote di Virginia Reiter
In occasione di questa settima edizione del Premio dedicato alla memoria di Virginia Reiter abbiamo avuto nuovamente la possibilità di organizzare, come già nel 2007, un ricco programma di eventi culturali che mettono al centro la figura della donna. Per averci consentito, con il loro sostegno e la loro fiducia, di realizzare questa seconda edizione del Festival Virginia Reiter desidero ringraziare le istituzioni e gli enti locali modenesi: Comune e Provincia di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Emilia Romagna Teatro Fondazione, gli Amici dei Teatri Modenesi, Banca Popolare dell'Emilia-Romagna e tutti gli altri partner che ci hanno accompagnato nel definire una serie di appuntamenti che spaziano tra teatro e televisione, per arrivare poi all'attesa assegnazione del premio Virginia Reiter a un'attrice sotto i 35 anni, come incentivo e augurio di una luminosa carriera. È una soddisfazione e un onore che Modena voglia continuare a ricordare una grande figura di donna come Virginia Reiter, e mantenerne viva la memoria premiando, ogni due anni, una giovane promessa del nostro teatro.


Banca popolare dell’Emilia Romagna, sponsor
Banca popolare dell’Emilia Romagna sostiene anche l’edizione 2009 del “Premio Reiter”, evento biennale dedicato alle eccellenze del teatro nel nostro Paese. La partnership fra BPER e l’organizzazione del Premio testimonia come la banca continui ad investire in modo mirato nell’arte e nella cultura per lo sviluppo del proprio territorio, con la convinzione che contribuire alla crescita culturale sia un vero e proprio impegno sociale. E il “Premio Reiter”, evento originale e di grande spessore artistico, rappresenta, in questo senso, un’occasione privilegiata.

La Banca popolare dell’Emilia Romagna, oggi a capo di un grande gruppo nazionale, mantiene inalterato il proprio storico radicamento territoriale, per potersi proporre quale punto di riferimento per famiglie ed imprese e rappresentare un elemento di sviluppo per l’economia locale. Questo non solo attraverso l’esercizio del credito, ma anche sostenendo molte fra le più importanti occasioni di promozione e di crescita per il territorio.

sabato 19 settembre 2009

Anna Bonaiuto al Festival Virginia Reiter


 Una new entry nel programma del Festival modenese dedicato al Lavoro dell'attrice. Sabato 26 settembre alle 19.30 in piazza Grande a Modena conversazione spettacolo con Anna Bonaiuto, intensa interprete teatrale resa famosa anche dai suoi ruoli cinematografici: da “L'amore molesto” di Martone a “Dove siete? Io sono qui” di Liliana Cavani, che le valse la Coppa Volpi a Venezia, fino ai più recenti “Il caimano”, “Mio fratello è figlio unico”, “La ragazza del lago”, “Il divo”. L'occasione, per tutti gli appassionati di teatro, è scoprire dalle voci delle protagoniste i segreti, i sacrifici, le passioni e le soddisfazioni del mestiere di attrice, in una “lectio magistralis” che in caso di maltempo ci si sposterà alla Fondazione Collegio San Carlo in via San Carlo 5.

domenica 6 settembre 2009

In memoriam Laura Betti



in sottofondo: "La ballata dell'uomo ricco" - Laura Betti e Paolo Poli

VN

Ottavia Piccolo a Modena sabato 26 settembre

Nella lezione spettacolo in piazza Grande Ottavia Piccolo ricorderà la giornalista russa Anna Politkovskaja, uccisa per il suo coraggioso lavoro sulla Cecenia e sulla corruzione del regime di Putin

Omaggio a Laura Betti

Domenica 27 settembre 2009, Piazza Grande, ore 21. A cura di Ida Bassignano e Gianfranco Capitta con Lucia Poli, Paolo Poli, Anna Nogara, Pilar Perez Aspa (vincitrice premio "Virginia Reiter" 2005), Francesca Ciocchetti (vincitrice premio "Virginia Reiter" 2007). In collaborazione con la Cineteca di Bologna.

sabato 5 settembre 2009

Il teatro in televisione - Donne raccontano donne

Rassegna video a cura di Alida Fanolli (creatrice del programma Palcoscenico insieme a Giovanna Milella; cnsulenza Felice Cappa). Sabato 26 e domenica 27 settembre 2009, Modena, Teatro Fondazione Collegio San Carlo, ore 15.

Omaggio a Ilda Bartoloni

Intervista Ottavia Piccolo su "Donna non rieducabile" (L'Informazione di Modena, 8 aprile 2008 )

TEATRO Questa sera Ottavia Piccolo in scena alla Rocca di Vignola
«Donna non rieducabile»
Un intenso memorandum su Anna Politkovskaja
di Veronica Negrelli

Con il beneplacito del tutto esaurito, la rassegna Grandi Interpreti del Teatro edizione 2008 sta giungendo al termine; stasera è in programma il penultimo appuntamento,che si terrà nell’affascinante cornice della Sala dei Contrari della Rocca di Vignola,con una protagonista d’eccezione,come del resto i suoi predecessori:Ottavia Piccolo,che porterà in scena Donna non rieducabile, memorandum teatrale su Anna Politkovskaja, la giornalista russa freddata nell’ascensore del suo palazzo il 7 ottobre 2006. «Si tratta» ci spiega Ottavia Piccolo «di un omaggio che Stefano Massini ha scritto nel 2007 per ricordarla ad un anno dalla sua morte. Ha riscritto di suo pugno alcuni pezzi giornalistici della Politkovskaja, con il coordinamento artistico di Silvano Piccardi. Non è un monologo tradizionale, io non impersono Anna, né la interpreto, ma è uno spettacolo di grande forza: racconto il mestiere del giornalista in una situazione estrema. Si tratta di quadri, istantanee del lavoro della Politkovskaja, della sua vita di donna, moglie e madre».
Il titolo è di forte impatto.
«E’stato ricavato da una circolare interna al governo russo in cui viene specificato che le persone contrarie o non in linea con il dettami governativi sono, appunto, «non rieducabili».
Prima Elga Firsch, il personaggio che lei interpreta nella pièce sempre firmata da Stefano Massini Processo a Dio, ora un memorandum dedicato ad Anna Politkovskaja: donne accomunate da grande coraggio.
«Sì, ma Elga è una donna di fantasia, Anna è stata una donna vera. Ciò che le accomuna, con le debite differenze, è che nessuna di loro voleva essere un’eroina. La Politkovskaja era solita affermare: «io faccio semplicemente il mio mestiere, dico quello che osservo. Racconto i fatti, non li commento. Se vedo che con i soldi delle nostre tasse viene finanziato un esercito raccattato nelle galere per torturare i ceceni, io devo dirlo.» Anna aveva i mezzi intellettuali per una vita tranquilla, rilassata, ma ha scelto di fare il suo mestiere fino in fondo».
Nella presentazione si legge: «Ottavia Piccolo è l’eccezionale interprete che dà voce allo smarrimento, all’orrore, alla dignità e pure all’ironia del personaggio»…
«Anna non voleva suscitare compassione, ma era cosciente dei suoi rischi: in un articolo molto bello riporta stralci di un dialogo con il figlio; lui la informa che, mentre lei si trova in Cecenia, sotto casa è stata ammazzata una donna che le assomiglia. Lei allora risponde: «una donna come me… quella dovevo essere io, prima o poi ci riproveranno». E’stata una persona di grande spessore etico e morale».
Lei non è sola in scena.
«Mi accompagna un’arpista molto brava, Floraleda Sacchi, che ha composto alcuni brani appositamente per lo spettacolo. Ho sempre pensato all’arpa
come ad uno strumento romantico e delicato, invece è capace di suoni laceranti e strazianti. Floraleda è protagonista quanto me».

mercoledì 2 settembre 2009

Virginia Reiter




VIRGINIA REITER (Modena, 1868 – 1937; Attrice drammatica)

Adorata dal pubblico, amata da intellettuali come Marco Praga e Guido da Verona, Virginia Reiter può essere considerata l’emblema del teatro naturalistico italiano.

Nata il 16 gennaio 1862 (anche se, per civetteria, a partire dal Novecento sarebbe riuscita a rendere pressoché ufficiale una data spostata di sei anni avanti) da padre tedesco, che aveva sposato una modenese e accorciato il cognome Von-Reiter nel semplice Reiter.

Virginia palesò presto la passione per il palcoscenico: educanda dalle suore “Figlie di Gesù”, interpretò a nove anni la parte di un’ottantenne governante, e si assicurò calorosi e frequenti applausi. Abbandonato il teatrino delle suore, frequentò la locale filodrammatica “Cuore ed Arte”, con cui – cinque anni più tardi - riceveva il primo premio della sua carriera. Segnalata a Felice Cavallotti, da quest’ultimo fu raccomandata a Giovanni Emanuel, che mostrò subito grande apprezzamento per le doti della giovane modenese, divenendone scopritore, direttore artistico e vero maestro drammatico.

La prima rivelazione delle sue capacità fu nella Odette di Sardou nel 1883. La Compagnia di Emanuel dal 1886 raccolse in Italia e all’estero i più lusinghieri successi con la triade: Ermete Zacconi, Virginia Marini e Virginia Reiter. Nell’86 la Reiter era già sua prima attrice assoluta, e le interpretazioni di Desdemona e della Signora delle Camelie furoreggiavano nelle lunghe tournèe intorno al mondo. Enorme fu il successo in Spagna, dove si guadagnò gli elogi dei migliori letterati spagnoli.

Nel 1894 lasciò la compagnia di Emanuel e nei tre anni successivi operò nella compagnia di Flavio Andò, ammirata sempre per la sottile intelligenza, la passionalità drammatica, il vigoroso e armonioso equilibrio. Caratteristiche della sua personalità d’attrice erano la voce bellissima e una recitazione tardoromantica fondata su una declamazione eletta e commossa, come insegnava il suo maestro, che difatti scriveva: “Lasciamo all’autore la grande responsabilità di creare i suoi personaggi: noi limitiamoci a farli parlare, camminare e gestire, secondo la gretta e sciocca e putrida natura”.

La carriera di Virginia raggiunse l’apice col passaggio alla compagnia Talli-Reinach, con i quali cominciò a recitare anche in pochade francesi, e successivamente con la costituzione di una compagnia con Francesco Pasta, agli inizi del Novecento, cui risale l’interpretazione sua più famosa, quella di Madame Sans-Gene, figura pragmatica per un’epoca intera ma anche dello stile dell’attrice modenese, che in proposito avrebbe scritto: “E’ una parte nella quale mi trovo bene. C’è da ridere, da commuoversi, da scherzare, da entusiasmare. L’ho recitata centinaia di volte, e non ne sono stanca. Per alcuni anni è stata una frenesia”.

Capocomica dal 1902 al 1915, lasciò il teatro a quarantotto anni (vi ritornò nel 1920 per pochi mesi) con una decisione coraggiosa: “Ho deciso di ritirarmi definitivamente a vita privata perché il pubblico, che mi ha dato tante splendide e confortanti attestazioni di simpatia e di ammirazione, serbi di me un ricordo non offuscato da nessuna nube. L’artista, per far conservare di sé la migliore memoria, deve ritirarsi in tempo, cioè quando ancora si sente in possesso di tutte le proprie forze. In altre parole, deve abbandonare il pubblico prima che questo l’abbandoni”.

Artista di profonda serietà professionale, dal portamento signorile e dallo sguardo suggestivo, la Reiter si segnalò tra le maggiori attrici della sua epoca per l’indole duttile e varia, che le consentiva di affrontare ruoli del repertorio classico e contemporaneo; fu, in special modo, “eccellente nell’esprimere un realismo sensato e ironico, un sentimentalismo doloroso ma morbido” (E. Palmieri).


martedì 1 settembre 2009

Laura Betti



LAURA BETTI (attrice)
Nome d’arte della bolognese Laura Trombetti. Iniziò la carriera artistica come cantante jazz e, dopo aver lavorato nel cabaret con Walter Chiari e in un recital di canzoni tratte da scritti di autori come Buzzati, Calvino, Fortini, esordì in teatro nel 1955, diretta da Luchino Visconti nel Crogiuolo di Arthur Miller, cui seguirono spettacoli come il Cid di Corneille e I sette peccati capitali di Brecht e Weill.
Attrice sanguigna, dal timbro di voce roco e inconfondibile, esordì al cinema nella Dolce vita (1960) di Federico Fellini; altre sue interpretazioni furono Nel nome del padre (1972), Sbatti il mostro in prima pagina (1972) e Il gabbiano (1977), riduzione televisiva dell’omonima opera di Čechov, diretti da Marco Bellocchio, Allonsanfan (1974) di Paolo e Vittorio Taviani, Vizi privati, pubbliche virtù (1975) di Miklós Jancsó, Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci, Il grande cocomero (1993) di Francesca Archibugi, Un eroe borghese (1995) di Michele Placido, A mia sorella! (2001) di Catherine Breillat, La felicità non costa niente (2003) di Mimmo Calopresti.
Legata da profonda amicizia a Pier Paolo Pasolini, fu da lui diretta in alcuni film, tra cui Teorema (1968), che le valse la Coppa Volpi come miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1996 allestì il recital di poesie e testi Una disperata vitalità e nel 2001 diresse il film Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno, appassionato e commovente ritratto del poeta, scrittore e regista, in cui testimonianze di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo vengono affiancate a un ampio materiale d’archivio.


Ilda Bartoloni

ILDA BARTOLONI (scrittrice e giornalista)

Ilda Bartoloni, romana, assunta in Rai nel 1975, collaborava già da anni chiamata da giornalisti che hanno fatto la storia del servizio pubblico come Sergio Zavoli e Mino Damato. Per il Gr2 di Gustavo Selva ricoprì il ruolo di inviata di punta della cronaca giudiziaria. Nel 1978 passò al Tg2 di Andrea Barbato per occuparsi di terrorismo e dei grandi processi, ma anche dei grandi cambiamenti sociali e di costume con inchieste sull'aborto, sul femminismo, sul divorzio e sulle tossicodipendenze. Nei primi anni '80 divenne caposervizio alla cultura. Sua la conduzione del Tg2 di mezzasera e della notte dal 1986. A lei va il merito di aver ideato per il Tg2 i primissimi programmi di genere come la popolare Diogene dalla parte delle donne e Mafalda. Passata al Tg3, vi diresse e condusse Tg3 Punto Donna, l’unico magazine d’informazione dal punto di vista delle donne. Sempre per il Tg3 realizzò, tra l’altro, la trasmissione Pari e Dispari sui diritti negati e le pari opportunità. Nella sua carriera, la Bartoloni vinse vari premi, tra cui quello di miglior cronista per il processo di Catanzaro. Nel 1999 le venne assegnato il premio internazionale di giornalismo «Matilde Serao». Ha scritto un saggio sulla conferenza delle donne a Pechino per il libro «La disparità virtuale», a cura della docente di antropologia culturale dell'Università la Sapienza Gioia Longo, ed è autrice del saggio «Il Nuovo Potere Delle Donne», edito dalla Sperling & Kupfer.

LIDIA RAVERA


LIDIA RAVERA (scrittrice, giornalista, direttrice artistica del Festival Virginia Reiter). Foto Biagioni.

Diventa famosa giovanissima col best seller Porci con le ali, scritto insieme a Marco Lombardo Radice. Tra i suoi ultimi libri La donna gigante, Melampo 2009 e La guerra dei figli, Garzanti 2009. Autrice di numerose sceneggiature per il cinema e la televisione, scrive su «l’Unità» e «Micromega».

Racconta di sé
«Nasco negli anni cinquanta, a Torino, e già questo è abbastanza grave. A sette anni, alla scuola elementare Manzoni, registro il mio primo successo letterario. La maestra appende il “pensierino” alla parete, in corridoio. Le bambine delle altre classi vanno a leggerlo. Una quindicina d’anni dopo arriva “Porci con le ali” di cui tutti sanno tutto: due milioni e mezzo di copie vendute in 30 anni. Traduzioni estere, polemiche a non finire, etichette. Un successo non cercato, non goduto, male assorbito. Comunque ininfluente. Le sicurezze si formano prima, se si formano. Valeva di più il pensierino appeso al muro. Ma chi se lo ricorda. Scrivo da quando ho memoria, scrivo per mantenerla, la memoria, l’attenzione, qualcosa di vigile. Scrivo per sorvegliare lo svolgimento della vita. La mia, quella degli altri. Se non scrivessi sarebbe un bel guaio. La mia professione si snoda in 18 opere, per così dire, narrative e una sessantina di sceneggiature. Le opere sono: “Porci con le ali” (ed. Savelli 1976), “Ammazzare il tempo” (Mondadori, 1978), “Bambino mio” (Bompiani, 1979), “Bagna i fiori e aspettami” (1986), “Se lo dico perdo l’America“, due romanzi per ragazze, secondo le intenzioni. Il secondo sequel del primo. L’idea è riscrivere “Piccole donne” della Alcott, farle vivere negli anni ottanta. I quattro tipi: la bella Amy. La dolce Beth. La maschile emancipata Jo, la buona e saggia Meg. Ci sono tutte e quattro, nel primo volume alle prese con un rosa d’avventura, nel secondo con un giallo buffo. Sono due libri anche troppo divertenti. Una pausa.
Ritorno alle cose serie con “Per Funghi” (Theoria). “Voi Grandi” (Theoria, una piccola casa editrice bellissima, dove amano la parola. Nascono lì Lodoli, Veronesi, Petrignani… fra i migliori scrittori italiani). La biografia generazionale continua: trentenni in crisi di disamore. E un thriler psicologico sul cadavere nell’armadio della mia generazione: il terrorismo. Sempre visto in un ottica privata. Siamo alla fine degli anni ottanta.
Negli anni novanta pubblico: “Due volte vent’anni” (Rizzoli), tre romanzi brevi. “Ravera: i miei quarantenni sull’orlo di una crisi di nervi”, titola La stampa, una recensione di Mirella Serri. Io dico, nell’intervista: “Negli anni settanta si avevano delle certezze che adesso sono scomparse. Siamo sicuri soltanto di quello che è sbagliato. Abbiamo una sola qualità:sappiamo non fingere, sappiamo stare a disagio nel mondo”.
“In Quale nascondiglio del cuore” (Mondadori): lettera aperta a un figlio adolescente (la scrivo con mio figlio tredicenne. Gli dico tutto quello che gli devo dire prima di tacere, prima di fare quel passo indietro necessario a lasciar andar via i bambini).
“Sorelle“, una trilogia di nuovo, tre romanzi brevi. Sorelline, Sorellastre e Sorelle. Sorelle, scritto dopo la morte precoce della mia unica e adorata sorella maggiore, diventerà uno spettacolo teatrale.
“Nessuno al suo posto” (Mondadori). Storia di un ragazzino di 14 anni che, morto il padre, vorrebbe stare con la donna di suo padre e invece viene deportato a vivere con i parenti di sangue. Madre e nonna. Perché la burocrazia del sangue funziona così. Il romanzo diventa un film per la televisione, qualche anno dopo.
“Né giovani né vecchi” (Mondadori): un saggio sulle età della vita. Come scivolano, come si allungano… come le abitiamo a disagio. Come tutti cercano di evitare l’ultima, la vecchiaia.
“I compiti delle vacanze” (Mondadori), tre romanzi brevi. Estati, fughe, viaggi senza ritorno.
“Maledetta gioventù“ (Mondadori), romanzo, chiude gli anni novanta. Titolo allusivo. Tema coraggiosamente banale: alla vigilia di un viaggio in India per celebrare i 20 anni di matrimonio, una donna scopre nella tasca della giacca del marito affettuoso la prova di una relazione extraconiugale, parte da sola. Il viaggio si trasforma: non più turista, la donna, spogliata delle sue sicurezze si fa “viaggiatore”, poi “pellegrino”. Tornerà? “…ma soprattutto, tema centrale della Ravera, questo è un romanzo sul tempo, sull’impossibile maturità,su quel perenne essere in bilico sull’eterna infanzia del sentimento che in qualunque età della vita minaccia la ragione”.
Nel 2000 entro con il terribile, grottesco, e alquanto defintivo “La festa è finita“(Mondadori): dove liquido senza pietà gli ex-sognatori di un mondo migliore. Le loro presenti pigrizie, memorie, vigliaccherie.
Seguono: “Il freddo dentro” (Rizzoli): indagine letteraria sulla giovane assassina Erika de Nardo, sul suo delitto atroce e insensato.
“In fondo a sinistra” (Melampo), scritti e racconti d’occasione. A tema politico.
“Eterna Ragazza“ (Rizzoli): dove, finalmente, mi misuro con una storia d’amore classica. E ne esce, malgrè moi, un noir.
Il buffo è che ho scritto anche un sacco di altre cose, in altre forme: undici canzoni, una commedia musicale (Porci con le ali, con Giovanni Lombardo Radice), un’opera (la versione femminile di Dottor Jekyill, musiche di Alessandro Sbordoni), romanzi rosa sotto pseudonimo, per Blue Moon, in gioventù, il più carino è “Sintomi d’amore” di Rhoda Skinner, migliaia di articoli, radiodrammi, novelle, racconti, un libro per bambini (“Il paese di Eseap”, poi ripubblicato col titolo de “Il paese all’incontrario”), situation comedy (la prima “casa Cecilia” per Rai Uno è del 1980/81/82), film, testi per documentari, per cabaret, per Lucia Poli, monologhi (“La donna Gigante”, per esempio, che ancora va in scena: il 18 aprile a Napoli, con Rosaria Di Cicco e Patrizia Zappa Mulas e me, che faccio l’attrice…).
Uffà. Il mio curriculum è una cosa infinita.
La mia vita è troppo lunga. O troppo attiva.
O tutte e due le cose…».