Maestro, da Premio nato nel 1997, il Virgina Reiter è diventato un Festival - quest’anno alla seconda edizione - grazie ad una sua suggestione. Com’è nato il suo rapporto con la manifestazione?
«Nel 2005 fui invitato a far parte della giuria: si trattava della quinta edizione. Anna Grazia Reiter mi chiese di pensare a possibili sviluppi di quello che allora era una cerimonia di consegna. Dato il tema del premio, pensai che sarebbe stato interessante allargare l’evento ad un dialogo con e sulle giovani attrici. Attraverso la testimonianza televisiva di «Palcoscenico», grazie alle lectiones magistralis di importanti signore dello spettacolo, abbiamo instaurato un colloquio con la figura dell’attrice: Determinante è stata – ed è tuttora – la partecipazione di Lidia Ravera».
Dopo l’omaggio di sabato sera a Ilda Bartoloni, domenica sarà la volta di un interessante focus su Laura Betti, dove letture dal testo «Teta Veleta» condotte da importanti artisti, si intrecceranno a proiezioni di video conservati all’archivio Pasolini.
«Laura è stata una grande artista e una grande amica. Ho accolto, in qualità di Presidente della Cineteca di Bologna, quel «piccolo tesoro» che lei ha raccolto durante tutta la sua vita e che ora è il Fondo Pasolini: è stata una delle sue ultime volontà; ha sempre desiderato che lei e Pier Paolo tornassero post mortem a Bologna. L’Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna è molto frequentato e utilizzato da giovani studiosi: ne sono orgoglioso».
Ricorda qualche aneddoto sulla signora Betti?
«Ne conservo tantissimi, è difficile scegliere. Laura non era solo un’artista, ma anche una vera donna; a suo modo misteriosa: un «mistero gaudioso e doloroso». Riassumeva in sé la Storia: da una sorta di contadina del Medioevo della Bassa Padana, a figlia ribelle dell’alta borghesia bolognese del ‘900. Era una cuoca straordinaria, cucinava sempre! Era figlia e madre senza soluzione di continuità».
E in rapporto a Pasolini?
«E’ stata una grande militante della poesia e della politica, e del punto di vista di Pasolini sul mondo. Si è fatta carico di divulgare il pensiero di Pier Paolo. Come tutti i militanti, era molto faziosa ed eccessiva, ma ha fatto qualcosa di estremamente prezioso: ha testimoniato il pensiero di uno dei più grandi pensatori ed intellettuali del ‘900».
Intervista di Veronica Negrelli
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