venerdì 25 settembre 2009

Intervista a Lucia Poli per il Festival Virginia Reiter edizione 2009



Signora Poli, lei parteciperà all’edizione 2009 del Festival Virginia Reiter – il lavoro dell’attrice in doppia veste: sarà relatrice della lectio magistralis di domenica 27 settembre in Piazza Grande e, a seguire, una delle interpreti dell’omaggio a Laura Betti curato da Ida Bassignano e Gianfranco Capitta. Cosa prova a calcare il palcoscenico come professoressa?
«Sono molto lieta di tornare in cattedra. Prima di approdare alla professione di attrice, ho insegnato Lettere al Liceo Artistico di Firenze, città in cui mi sono laureata. Mi sembra di vivere “l’eterno ritorno” di Nietzsche: si torna sempre sul “luogo del delitto”! Ho sempre ritenuto l’insegnamento e il mestiere dell’attrice la stessa cosa: alla base di entrambi vi è la necessità di comunicare, vi è un forte coinvolgimento emotivo. Nel teatro regna una maggiore ricerca di creazione e ideazione, ma si tratta pur sempre di un passaggio di saperi e per me, transitare dall’insegnamento al teatro è stata una naturale evoluzione; seppure con molti sobbalzi».
In cosa consisterà il suo incontro-spettacolo di sabato?
«Partirò da questo concetto del transitare per presentare esemplificazioni del mio percorso che diano l’idea di quello che, per me, è l’arte teatrale, e che informino sullo stile che ho cercato di perseguire. Non potendo esaurire per motivi di tempo la complessità del mio percorso, focalizzerò il mio intervento su due stimoli o filoni importanti: la leggerezza, intesa alla maniera di Kundera e Calvino e l’orrore, nella doppia accezione di “horror ironico” e “horror involontario”».
Tematiche interessanti e molto attuali, se si pensa che l’horror ironico appartiene a grandi maestri del cinema, e non solo.
«Il successo di Quentin Tarantino dimostra quanto il pubblico sia attratto da questo concetto; per senso di orrore ironico intendo quella componente umoristica per i fatti della vita ai quali non ci sentiamo adeguati, o l’orrore di noi stessi; invece per horror involontario intendo quella serie di meccanismi che si innescano senza avere piena coscienza di quel senso di orrore che una persona può suscitare. Esemplificherò tali concetti con performance e pezzi di teatro».
Insieme a suo fratello Paolo, ad Anna Bogara, Pilar Perez Aspa e Francesca Ciocchetti parteciperà ad un omaggio a Laura Betti; come sarà strutturato?
«Non vi è modo migliore di ricordare Laura se non attraverso lei stessa: verranno quindi proiettati video con interviste, spezzoni di film che l’hanno vista protagonista, sue performance canore. A noi attori spetterà il compito di leggere brani dal suo libro “Teta veleta”».
Un commento sul Festival Virginia Reiter
«Sono molto contenta che esista: l’Italia è un paese “gerontofilo”. Chi arriva al potere se lo tiene ben stretto fino alla vecchiaia, e in molti settori non vi è ricambio generazionale. Un premio che dà quindi visibilità, incoraggiamento e vigore ad una giovane attrice merita piena adesione. E’ altresì difficile, al giorno d’oggi, iniziare una carriera nel mondo dello spettacolo: i luoghi di potere sono inespugnabili, nell’immaginario collettivo esiste solo la televisione: come dice Gandini, viviamo nell’età della videocrazia».

Intervista di Veronica Negrelli

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