TEATRO Questa sera Ottavia Piccolo in scena alla Rocca di Vignola
«Donna non rieducabile»
Un intenso memorandum su Anna Politkovskaja
di Veronica Negrelli
Con il beneplacito del tutto esaurito, la rassegna Grandi Interpreti del Teatro edizione 2008 sta giungendo al termine; stasera è in programma il penultimo appuntamento,che si terrà nell’affascinante cornice della Sala dei Contrari della Rocca di Vignola,con una protagonista d’eccezione,come del resto i suoi predecessori:Ottavia Piccolo,che porterà in scena Donna non rieducabile, memorandum teatrale su Anna Politkovskaja, la giornalista russa freddata nell’ascensore del suo palazzo il 7 ottobre 2006. «Si tratta» ci spiega Ottavia Piccolo «di un omaggio che Stefano Massini ha scritto nel 2007 per ricordarla ad un anno dalla sua morte. Ha riscritto di suo pugno alcuni pezzi giornalistici della Politkovskaja, con il coordinamento artistico di Silvano Piccardi. Non è un monologo tradizionale, io non impersono Anna, né la interpreto, ma è uno spettacolo di grande forza: racconto il mestiere del giornalista in una situazione estrema. Si tratta di quadri, istantanee del lavoro della Politkovskaja, della sua vita di donna, moglie e madre».
Il titolo è di forte impatto.
«E’stato ricavato da una circolare interna al governo russo in cui viene specificato che le persone contrarie o non in linea con il dettami governativi sono, appunto, «non rieducabili».
Prima Elga Firsch, il personaggio che lei interpreta nella pièce sempre firmata da Stefano Massini Processo a Dio, ora un memorandum dedicato ad Anna Politkovskaja: donne accomunate da grande coraggio.
«Sì, ma Elga è una donna di fantasia, Anna è stata una donna vera. Ciò che le accomuna, con le debite differenze, è che nessuna di loro voleva essere un’eroina. La Politkovskaja era solita affermare: «io faccio semplicemente il mio mestiere, dico quello che osservo. Racconto i fatti, non li commento. Se vedo che con i soldi delle nostre tasse viene finanziato un esercito raccattato nelle galere per torturare i ceceni, io devo dirlo.» Anna aveva i mezzi intellettuali per una vita tranquilla, rilassata, ma ha scelto di fare il suo mestiere fino in fondo».
Nella presentazione si legge: «Ottavia Piccolo è l’eccezionale interprete che dà voce allo smarrimento, all’orrore, alla dignità e pure all’ironia del personaggio»…
«Anna non voleva suscitare compassione, ma era cosciente dei suoi rischi: in un articolo molto bello riporta stralci di un dialogo con il figlio; lui la informa che, mentre lei si trova in Cecenia, sotto casa è stata ammazzata una donna che le assomiglia. Lei allora risponde: «una donna come me… quella dovevo essere io, prima o poi ci riproveranno». E’stata una persona di grande spessore etico e morale».
Lei non è sola in scena.
«Mi accompagna un’arpista molto brava, Floraleda Sacchi, che ha composto alcuni brani appositamente per lo spettacolo. Ho sempre pensato all’arpa
come ad uno strumento romantico e delicato, invece è capace di suoni laceranti e strazianti. Floraleda è protagonista quanto me».
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